Venerdì 24 settembre 2010 ho avuto l’occasione di fare una visita aziendale presso Valcucine S.p.A.
All’ingresso dello stabilimento aziendale il primo impatto preannuncia una visita ricca di spunti di riflessione non solo sulla realtà aziendale, ma anche, molto più in generale, su quale sia il vestito giusto da indossare per mantenere vivo lo spirito di iniziativa ed essere innovativi in mezzo alla frenesia e ai ritmi incalzanti dell’economia odierna. L’ambiente aziendale già mette in moto gli ingranaggi del pensiero e dà una prima idea della grande capacità comunicativa di Valcucine: il giardino e i corridoi sono costellati di sculture e la sala d’ingresso ha un’intera parete coperta da una serie di ingranaggi in movimento titolati dalla massima “L’uomo pensa di essere il padrone del meccanismo, in realtà è solo un dente di un ingranaggio della macchina chiamata vita”; una frase che racchiude insieme consapevolezza e senso di responsabilità, dato che, per quanto grande sia il meccanismo, se un solo ingranaggio si rompe, l’intera macchina si arresta.
A tenere vivo il nostro interesse per quasi due ore è la voce carica di entusiasmo del Sig. Gabriele Centazzo, titolare e designer di Valcucine, il quale esordisce con alcune interessanti considerazioni generali sulla realtà odierna e sulla responsabilità di ognuno di noi nei confronti del nostro pianeta e della nostra società.
Il Sig. Centazzo ci racconta della sua esperienza lavorativa ed umana lasciandoci innumerevoli spunti sui quali riflettere e che io proverò a riassumere in breve nelle prossime righe.
Siamo oggi nell’era dell’”usa e getta”, dove è il consumismo a dettare le regole del gioco, un’era in cui l’economia spinge il consumatore ad una dipendenza all’acquisto frenetico. Oggi spesso si compra prima ancora che nasca l’esigenza ed è l’acquisto in se stesso a far nascere l’esigenza di comprare ancora.
Si parla spesso di ecologia, ma la realtà è che l’ecologia nella maggior parte dei casi è in contrapposizione con l’economia. Il consumismo della realtà odierna è un continuo e caotico fagocitare, è un treno in corsa che va sempre più veloce, con ritmi ogni giorno più dispendiosi e difficili da sostenere. Costruire un prodotto che si rompe o che va fuori moda, in fondo, è un modo per far comprare di nuovo.
Ma in mezzo a questa frenesia di sopravvivere e di vendere il più possibile, a volte ci si dimentica di avere una visione più a lungo termine e di chiederci che mondo stiamo lasciando ai nostri figli. Come fare ecologia, pur facendo economia allora? Come riuscirci oggi che l’inerzia è la forza che prevale e prendere direzioni meno scontate risulta essere sempre più difficile?
Ci vuole coraggio, ma soprattutto bisogna avere la voglia di conoscere.
L’unico modo per rallentare questo treno in accelerazione è usare la nostra capacità creativa, la nostra volontà di andare contro corrente per creare bellezza.
Mi ha colpito molto la visione che ha il Sig. Centazzo della “creatività”: la capacità creativa è soprattutto una questione di esercizio e per spiegarlo utilizza l’interessante metafora del caleidoscopio. Per far funzionare un caleidoscopio sono necessari tutti i suoi elementi: i pezzetti colorati sul fondo ai quali possiamo associare la nostra cultura, le nostre conoscenze, gli specchi che rappresentano la filosofia, lo stile aziendale, la struttura esterna, ovvero i mezzi che abbiamo a disposizione ed infine la rotazione che non è altro che la nostra fantasia. Gli affascinanti giochi di colori non sono altro che il risultato del corretto bilanciamento di tutti gli elementi, l’effetto risultante è proprio la nostra capacità creativa. La creatività è dunque il risultato di un grande lavoro di preparazione! La sola fantasia non basta! Senza conoscere, cercare, osservare il mondo, comprenderne le dinamiche per poi riprodurle secondo un proprio stile non si vede nessun gioco di colori. E poiché la capacità creativa è un esercizio, la fantasia va alimentata ogni giorno. Bisogna conoscere, perché la conoscenza crea altra conoscenza, la conoscenza crea consapevolezza e la consapevolezza crea responsabilità.
Questo è quindi il primo passo per riuscire a fare economia facendo ecologia. Ma come viene applicata questa filosofia alla realtà aziendale di Valcucine? Uno dei collaboratori del Sig. Centazzo ci racconta, per esempio, che di tanto in tanto la sua sete di conoscenza viene stimolata attraverso un libro con una dedica personalizzata lasciato la sua scrivania.
Creare coscienza ,dunque, costruire i mezzi idonei e poi osare, andare contro corrente e non lasciarsi trascinare dalla forza dell’inerzia è l’unica speranza per creare bellezza in modo economicamente ed ecologicamente compatibile.
Il signor Centazzo individua delle linee guida per ricercare bellezza: attraverso il contatto con la “selvaticità”, poiché la natura è la nostra maggiore maestra, attraverso la compassione, l’etica (essere, fare, avere come giusta ricompensa, ma soprattutto condividere), la solidarietà, l’amore e la spiritualità.
La bellezza è un orizzonte che si allontana continuamente, il segreto per esserle vicino è essere in cammino costante.
Indispensabile per fare innovazione è avere ben chiaro il concetto di Linea guida: un’industria ha valore se ha una strada da seguire, un’identità ben precisa. Questo è il motore che spinge il titolare di Valcucine a creare una cultura aziendale uniforme. Lo stimolo di un forte senso di identità tra i propri collaboratori è uno dei punti chiave per avere una visione ed una direzione comune:
“i nostri collaboratori devono innamorasi dell’azienda e del prodotto. Conoscere ed amare il nostro prodotto, perché è l’unico modo per farlo amare anche al nostro cliente”.
Fare Green diventa valore non solo per il consumatore, per il pianeta, per la realtà, ma anche e soprattutto per l’azienda , poiché per fare green c’è bisogno di fare innovazione. Per fare green è necessario continuare a camminare senza fermarsi, fare delle continue analisi ed elaborare strategie per ridurre l’impatto aziendale. Ed al mercato piace l’innovazione!
Che cosa vuol dire essere Ecocompatibili? Quali aspetti tenere in considerazione?
Il signor Centazzo individua anche in questo caso quattro linee guida: produrre con il minimo consumo di materie prime, realizzare prodotti riciclabili, ridurre le emissioni tossiche e le sostanze inquinanti derivanti dal processo di produzione e garantire una lunga durata funzionale ed estetica attraverso la ricerca di elementi non legati alla moda.
Un’esperienza, la visita a Valcucine, senza dubbio interessante, stimolante e costruttiva. Ed ora, mettiamoci in cammino!
All’ingresso dello stabilimento aziendale il primo impatto preannuncia una visita ricca di spunti di riflessione non solo sulla realtà aziendale, ma anche, molto più in generale, su quale sia il vestito giusto da indossare per mantenere vivo lo spirito di iniziativa ed essere innovativi in mezzo alla frenesia e ai ritmi incalzanti dell’economia odierna. L’ambiente aziendale già mette in moto gli ingranaggi del pensiero e dà una prima idea della grande capacità comunicativa di Valcucine: il giardino e i corridoi sono costellati di sculture e la sala d’ingresso ha un’intera parete coperta da una serie di ingranaggi in movimento titolati dalla massima “L’uomo pensa di essere il padrone del meccanismo, in realtà è solo un dente di un ingranaggio della macchina chiamata vita”; una frase che racchiude insieme consapevolezza e senso di responsabilità, dato che, per quanto grande sia il meccanismo, se un solo ingranaggio si rompe, l’intera macchina si arresta.
A tenere vivo il nostro interesse per quasi due ore è la voce carica di entusiasmo del Sig. Gabriele Centazzo, titolare e designer di Valcucine, il quale esordisce con alcune interessanti considerazioni generali sulla realtà odierna e sulla responsabilità di ognuno di noi nei confronti del nostro pianeta e della nostra società.
Il Sig. Centazzo ci racconta della sua esperienza lavorativa ed umana lasciandoci innumerevoli spunti sui quali riflettere e che io proverò a riassumere in breve nelle prossime righe.
Siamo oggi nell’era dell’”usa e getta”, dove è il consumismo a dettare le regole del gioco, un’era in cui l’economia spinge il consumatore ad una dipendenza all’acquisto frenetico. Oggi spesso si compra prima ancora che nasca l’esigenza ed è l’acquisto in se stesso a far nascere l’esigenza di comprare ancora.
Si parla spesso di ecologia, ma la realtà è che l’ecologia nella maggior parte dei casi è in contrapposizione con l’economia. Il consumismo della realtà odierna è un continuo e caotico fagocitare, è un treno in corsa che va sempre più veloce, con ritmi ogni giorno più dispendiosi e difficili da sostenere. Costruire un prodotto che si rompe o che va fuori moda, in fondo, è un modo per far comprare di nuovo.
Ma in mezzo a questa frenesia di sopravvivere e di vendere il più possibile, a volte ci si dimentica di avere una visione più a lungo termine e di chiederci che mondo stiamo lasciando ai nostri figli. Come fare ecologia, pur facendo economia allora? Come riuscirci oggi che l’inerzia è la forza che prevale e prendere direzioni meno scontate risulta essere sempre più difficile?
Ci vuole coraggio, ma soprattutto bisogna avere la voglia di conoscere.
L’unico modo per rallentare questo treno in accelerazione è usare la nostra capacità creativa, la nostra volontà di andare contro corrente per creare bellezza.
Mi ha colpito molto la visione che ha il Sig. Centazzo della “creatività”: la capacità creativa è soprattutto una questione di esercizio e per spiegarlo utilizza l’interessante metafora del caleidoscopio. Per far funzionare un caleidoscopio sono necessari tutti i suoi elementi: i pezzetti colorati sul fondo ai quali possiamo associare la nostra cultura, le nostre conoscenze, gli specchi che rappresentano la filosofia, lo stile aziendale, la struttura esterna, ovvero i mezzi che abbiamo a disposizione ed infine la rotazione che non è altro che la nostra fantasia. Gli affascinanti giochi di colori non sono altro che il risultato del corretto bilanciamento di tutti gli elementi, l’effetto risultante è proprio la nostra capacità creativa. La creatività è dunque il risultato di un grande lavoro di preparazione! La sola fantasia non basta! Senza conoscere, cercare, osservare il mondo, comprenderne le dinamiche per poi riprodurle secondo un proprio stile non si vede nessun gioco di colori. E poiché la capacità creativa è un esercizio, la fantasia va alimentata ogni giorno. Bisogna conoscere, perché la conoscenza crea altra conoscenza, la conoscenza crea consapevolezza e la consapevolezza crea responsabilità.
Questo è quindi il primo passo per riuscire a fare economia facendo ecologia. Ma come viene applicata questa filosofia alla realtà aziendale di Valcucine? Uno dei collaboratori del Sig. Centazzo ci racconta, per esempio, che di tanto in tanto la sua sete di conoscenza viene stimolata attraverso un libro con una dedica personalizzata lasciato la sua scrivania.
Creare coscienza ,dunque, costruire i mezzi idonei e poi osare, andare contro corrente e non lasciarsi trascinare dalla forza dell’inerzia è l’unica speranza per creare bellezza in modo economicamente ed ecologicamente compatibile.
Il signor Centazzo individua delle linee guida per ricercare bellezza: attraverso il contatto con la “selvaticità”, poiché la natura è la nostra maggiore maestra, attraverso la compassione, l’etica (essere, fare, avere come giusta ricompensa, ma soprattutto condividere), la solidarietà, l’amore e la spiritualità.
La bellezza è un orizzonte che si allontana continuamente, il segreto per esserle vicino è essere in cammino costante.
Indispensabile per fare innovazione è avere ben chiaro il concetto di Linea guida: un’industria ha valore se ha una strada da seguire, un’identità ben precisa. Questo è il motore che spinge il titolare di Valcucine a creare una cultura aziendale uniforme. Lo stimolo di un forte senso di identità tra i propri collaboratori è uno dei punti chiave per avere una visione ed una direzione comune:
“i nostri collaboratori devono innamorasi dell’azienda e del prodotto. Conoscere ed amare il nostro prodotto, perché è l’unico modo per farlo amare anche al nostro cliente”.
Fare Green diventa valore non solo per il consumatore, per il pianeta, per la realtà, ma anche e soprattutto per l’azienda , poiché per fare green c’è bisogno di fare innovazione. Per fare green è necessario continuare a camminare senza fermarsi, fare delle continue analisi ed elaborare strategie per ridurre l’impatto aziendale. Ed al mercato piace l’innovazione!
Che cosa vuol dire essere Ecocompatibili? Quali aspetti tenere in considerazione?
Il signor Centazzo individua anche in questo caso quattro linee guida: produrre con il minimo consumo di materie prime, realizzare prodotti riciclabili, ridurre le emissioni tossiche e le sostanze inquinanti derivanti dal processo di produzione e garantire una lunga durata funzionale ed estetica attraverso la ricerca di elementi non legati alla moda.
Un’esperienza, la visita a Valcucine, senza dubbio interessante, stimolante e costruttiva. Ed ora, mettiamoci in cammino!